Chi è l’astrofilo?

In un tranquillo dopo pranzo, prima di rientrare in ufficio, mentre facevo leggere a mia moglie un articolo in cui raccontavo come la NASA sta in questi mesi selezionando nuovi progetti per lo sviluppo delle future tecnologie da applicare all’esplorazione umana dello spazio, questa mi chiede all’improvviso: “Ma com’è possibile? Tu non ha il telescopio!”. Al di là delle interessanti riflessioni che si potrebbero fare sul nesso tra l’essere appassionati al mondo dell’astronomia e il possedere necessariamente un telescopio, quella domanda così secca e al tempo stesso genuina e animata da sincera curiosità mi ha spinto a chiedermi effettivamente “Chi è l’astrofilo?”.

Chi bazzica il nostro mondo dà ormai per scontata la risposta eppure ho pensato che, anche nell’ottica di diffondere il più possibile l’interesse per questa meravigliosa ed affascinante branca della scienza, poteva essere utile spiegare ai più chi siamo, noi astrofili, come lo si diventa e cosa ci spinge ad alzare gli occhi al cielo, cosa cerchiamo e perché.

A me gli occhi

Fin dai suoi primi passi sul pianeta l’uomo ha alzato gli occhi al cielo rimanendo affascinato ed impaurito allo stesso tempo da quella miriade di puntini luminosi che si stagliavano su un velluto nero, ahimè ormai sconosciuto all’uomo moderno. L’evolversi della nostra specie e, con essa, delle varie civiltà che nel corso dei millenni si sono seguite sul grande palcoscenico della Storia, ci ha portato sempre più addentro ai segreti di quel mondo iperuranico, arrivando oggi a poterlo descrivere precisamente con i rigori della matematica redendoci un po’ più partecipi di ciò che accade intorno a noi.

Oggi utilizziamo telescopi dai diametri ciclopici in grado di catturare tutte le lunghezze dello spettro ma siamo sempre tutti partiti da quella meraviglia dell’ingegneria ottica che Madre Natura ci ha donato: i nostri occhi. Ed infatti, contro le più ricorrenti aspettative che tanti neofiti hanno in proposito, propri i nostri occhi sono il primo strumento da utilizzare per ricevere il passaporto di astrofilo (o aspirante tale!). Anche senza pretese di cieli bui ed incontaminati, grazie a quelle due palline gelatinose che ciascuno di noi ha “di serie” e magari una buona mappa celeste, possiamo iniziare a famigliarizzare con la Luna e le sue fasi, imparare ad individuare i pianeti maggiormente visibili accorgendoci che la loro visibilità cambia nel corso dell’anno, studiare le costellazioni che l’uomo ha fissato sulla volta celeste e, per ciascuna di essere imparare i nomi delle stelle più importanti e gli oggetti più rilevanti. Bè, per non avere ancora nessun strumento per le mani la carne al fuoco è già parecchia!

Saran belli gli occhi neri, saran belli gli occhi blu ma….

Varie tipologie di binocolo utilizzabili in astronomia

…il binocolo a me piace ancor di più! verrebbe da dire parafrasando una celebre canzone del Trio Lescano del 1938 ed effettivamente un buon binocolo fa fare quel “piccolo passo per l’astrofilo” (mi perdonerà il caro Armstrong!) che gli consente di aprire quella porta da cui finora soltanto sbirciava attraverso la serratura.

Già un modesto 10X50, meglio se ben fissato ad un robusto treppiede, ci permette di prendere confidenza con la “geografia” (selenografia…?) lunare imparando a distinguere mari e terre, rime e crateri scoprendo che, sì la faccia che ci mostra il nostro stellite è sempre la stessa ma grazie al fenomeno delle librazioni ogni tanto riusciamo a curiosare anche verso il famigerato lato oscuro! E sempre il tanto snobbato (ingiustamente) binocolo ci mostra i satelliti di Giove, gli anelli di Saturno e qualche timido batuffolo lattiginoso corrispondente ai più grandi e diffusi DSO (Deep Sky Object) quali galassie, nebule e ammassi. Insomma, già il primo paio di lenti che ci mettiamo davanti agli occhi corrisponde ad un bel terrazzo panoramico sull’Universo!

Verso l’infinito e oltre

Il motto del pupazzetto Buzz Lightyear di Toy Story potrebbe ben sintetizzare ciò che rappresenta l’acquisto del primo telescopio per ogni astrofilo che ormai maturo e preparato, giustamente aspira ad approfondire la propria passione per la sfera celeste. Indipendentemente che sia un rifrattore o un newtoniano, un catadiottrico o un apocromatico, il telescopio aumenta esponenzialmente le nostre capacità percettive e ci proietta veramente tra le stelle. Anche a fronte di una spesa modesta, che può serenamente stare anche sotto i 500 euro, il giovane (astrofilicamente parlando) appassionato ha tra le mani uno strumento che gli rivelerà particolari quasi infinitesimali del nostro satellite e gli consentirà di descrivere minuziosamente le tempeste gioviane e di stupirsi oltre ogni immaginazione alla vista particolareggiata e impareggiabile degli anelli di Saturno! Se poi, per caso, il diametro dello strumento è particolarmente generoso allora possiamo dare per disperso il nostro novizio che non si stancherà di godere delle visioni sempre più definite dell’universo più profondo e lontano.

Prossima fermata…

Quello descritto fin qui pare essere un percorso a tappe, quasi un rigoroso ed imprescindibile cursus honorum che solo se rigidamente rispettato garantisce la qualifica di “astrofilo” ma, sorpresa! non è affatto così. La blasonata Treccani definisce l’astrofilo come “Chi si diletta di astronomia e in genere di studi e ricerche sulle stelle” lasciandoci dunque intendere che chiunque si interessi all’astronomia, nella sua generalità o dedicandosi ad un suo particolare settore, può entrare a pieno titolo nel circolo degli astrofili! Esattamente come un viaggio in treno o in autobus dove ciascun passeggero può scegliere a quale fermata scendere. Si parte tutti dall’osservazione visuale a occhio nudo ma la destinazione è rimessa alla nostra piena discrezione. La “galassia astrofila”, come leggiamo nel sito UAI (l’Unione degli Astrofili Italiani), è veramente ampia e variegata e va da chi semplicemente studia e approfondisce leggendo, seguendo conferenze e divulgando a chi si spinge ai limiti del professionismo impegnandosi nella ricerca più metodica e rigorosa arrivando anche a scoprire nuovi asteroidi o comete oppure a vedersi validato dalla NASA un impatto lunare fotografato dal giardino di casa con il suo fido newtoniano da 200mm.

E quindi?

Per rispondere alla domanda di apertura direi che astrofilo è chi, nell’epoca della tecnologia che sempre più permea (talvolta invadendo) le nostre vite, ancora si ricorda di alzare lo sguardo al cielo e, libero dai rigorosi formalismi della matematica, (re)impara a stupirsi delle meraviglie dell’Universo riunendosi simbolicamente ai nostri progenitori che migliaia di anni fa vedevano in quelle luci danzanti nel cielo il manifestarsi di un mondo perfetto e trascendente, sede di déi capricciosi e in grado di determinare il destino dell’uomo, luogo di misteri e segreti di cui ancora oggi, noi, uomini e donne del XXI secolo, non possiamo minimamente dirci padroni.

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